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LA VALUTAZIONE DI IMPATTO GENERAZIONALE (VIG)

In considerazione dell’evidente e persistente divario generazionale[1] nel nostro Paese, l’introduzione della VALUTAZIONE DI IMPATTO GENERAZIONALE (o VIG) si dimostra un’opportunità da non perdere e l’occasione di dare attuazione alla misura europea denominata “Youth Check”.

L’obiettivo della VIG è quello di promuovere l’equità intergenerazionale, considerando gli effetti ambientali, sociali ed economici delle politiche pubbliche sulle attuali giovani generazioni.

UNA BREVE STORIA

Anche grazie al lavoro e agli studi svolti negli anni dalla Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS, già Fondazione Bruno Visentini, che dal 2019 ha iniziato a elaborare lo strumento della VIG[2], si è giunti alla definizione delle prime linee guida[3] elaborate dal Comitato per la valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche (COVIGE)[4] e introdotte con DPCM nel luglio del 2022. Inoltre, anche a livello europeo il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) ha espresso nel giugno 2023 un Parere[5] consultivo alla Presidenza Spagnola del Consiglio Europeo in cui “ritiene essenziale che tutte le leggi, gli atti aventi forza di legge, le politiche, le strategie, i programmi, le misure e gli investimenti pubblici degli Stati membri siano sottoposti a una consultazione per accertare l'impatto dell'UE sui giovani (tramite il cosiddetto Youth Test), a una valutazione d'impatto, a una definizione di politiche e a proposte di misure di mitigazione, e impediscano ogni azione di violazione dei diritti e di discriminazione nei confronti dei giovani”, assumendo come buona pratica proprio le linee guida adottate dall’Italia e le riflessioni nella dottrina nazionale, che contribuiscono ad approfondirle e perfezionarle.

 

L’Italia sta facendo grandi passi verso l’implementazione della VIG, sulla scia di quanto è già stato sperimentato in altri Paesi Europei[6].

Il primo, significativo, “esperimento” locale di implementazione di questa metodologia valutativa è stato avviato nel 2023 nel Comune di Parma: attraverso un lavoro di approfondimento, analisi e “mappatura” delle misure e dei propositi contenuti nel Documento Unico di Programmazione (DUP) dell’ente, si sono perimetrate alcune definizioni o labels (etichette): “misure generazionali” o “potenzialmente generazionali” (se si ritiene che in modo diretto, o almeno in potenza, possano produrre effetti positivi per le nuove generazioni), “altre misure” (neutre) o addirittura “misure anti-generazionali” (se con effetti negativi).

In data 17 gennaio 2024 il Comune di Parma ha formalmente adottato le proprie linee guida.

Seguendo l’esempio positivo del Comune di Parma, anche il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna hanno promosso analoghe iniziative[7]. Il Comune di Bologna ha adottato le proprie linee guida per avviare la VIG nel maggio 2024[8].

 

COSA VALUTA LA VIG

 

- Le misure generazionali, che comprendono tutti quei provvedimenti idonei, a vario titolo, a incidere direttamente sul divario generazionale in quanto rivolti esclusivamente ad un determinato target di giovani. Questo avviene quanto l’intervento fissa un preciso target di beneficiari, generalmente tra i 16 e i 35 anni.

- Le misure potenzialmente generazionali, che non perseguono necessariamente finalità di natura generazionale, ma, nonostante ciò, possono incidere positivamente sul target giovani perché prevalentemente a loro destinate. Questa classificazione presuppone una prevalutazione prospettica (si stima che il numero dei beneficiari nella fascia giovanile prescelta sia percentualmente maggiore della quota del target giovani rispetto alla popolazione) oppure implica una valutazione positiva (la misura potrà essere potenzialmente generazionale se vengono inseriti incentivi, priorità o paletti che incentivino/facilitino l’accesso dei giovani alla misura stessa).

- Le misure anti-generazionali che pregiudicano lo sviluppo professionale e personale dei giovani oppure che, dirette ad altre fasce della popolazione, sono poste a carico prevalentemente delle generazioni più giovani (si pensi a misure realizzate “a debito”) oppure misure con esternalità negativa anti-generazionale.

 

I PROSSIMI PASSI  

La vera sfida è quella di arricchire la VIG e di ampliarne lo scopo: da mero “labelling” e analisi di tipo qualitativo, renderlo anche uno strumento quantitativo. Questa valutazione a tutto tondo dell’impatto sui giovani dovrebbe espletarsi in tutte le fasi di vita della singola policy che si andrebbe a valutare: ex ante, in itinere, ed ex post. Solo in questo modo, con chiari dati al termine di un certo periodo di sperimentazione della misura, il legislatore potrebbe essere nelle condizioni di valutare la misura stessa e poter scegliere se confermarla, come eventualmente correggerla o se sia necessario abrogarla.

Per accelerare questo cambio di prospettiva e dare finalmente inizio a una nuova stagione di politiche pubbliche favorevole ai giovani, appare ormai ineludibile l’introduzione di una c.d. “legge quadro sui giovani” – peraltro, invocata anche dall’attuale Ministro per lo Sport e i Giovani[9] e rilanciata a più riprese nei precedenti Rapporti sul Divario generazionale della Fondazione – che possa raccogliere in unico testo interventi e misure dedicate alle nuove generazioni dopo un confronto proprio con queste ultime e fornire un quadro di riferimento per l’individuazione dei principali indicatori a supporto della VIG.

 

 

 

[1] L’Indice di Divario Generazionale o GDI, calcolato dalla Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS, già Fondazione Bruno Visentini, misura il grado di difficoltà che un giovane deve affrontare per raggiungere le principali tappe che lo conducono a una vita autonoma e di realizzazione personale e professionale.

[2] Fondazione Bruno Visentini, Il Divario generazionale e il reddito di opportunità, III Rapporto 2019, Luiss University Press, Roma, 2019.

[3] Presidenza del Consiglio dei Ministri, Linee guida per la valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche, 2022, https://www.politichegiovanili.gov.it/media/mffj2shc/dpcm-lg_covige-signed.pdf

 

[4] Il COVIGE è un organo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dal D. M. del 3 giugno 2021 del Ministro per le Politiche Giovanili, nel quale siedono rappresentanti istituzionali (ANCI, ISTAT, Consiglio Nazionale Giovani, Agenzia Nazionale Giovani, INAPP, INPS, UPI) e accademici.

 

[5] Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), Cooperazione nel settore della gioventù (parere esplorativo richiesto dalla presidenza spagnola del Consiglio) SOC/759 Relatrice: Nicoletta MERLO, Raccomandazione 1.1, Bruxelles 15 giugno 2023.

 

[6] Strumenti simili, denominati Youth check o Youth test o Jugend check, sono già stati sperimentati in Austria, Francia, Germania e nelle Fiandre in Belgio.

 

[7] La Regione Emilia-Romagna, nel dicembre 2023 ha implementato la VIG sulle singole misure dei propri PR FESR e FSE + (2021-2027).

 

[8] Atto della Giunta del Comune di Bologna https://atti9.comune.bologna.it/atti/wpub_delibere.nsf/%24%24OpenDominoDocument.xsp?documentId=B192F445AEF20AC2C1258B260079F136&action=openDocument

 

[9] Ansa, Abodi, al lavoro su dl giovani che testimoni impegno Governo, 23 marzo 2023.

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